Il giorno prima della felicità di Erri De Luca
Don Gaetano è uomo tuttofare in un grande caseggiato della Napoli degli anni Cinquanta: è elettricista, muratore, portiere
Cerca di fare tutto quello che riesce a fare per il vivere quotidiano. Da lui impara il giovane chiamato “Smilzo”, un orfano animato da passioni silenziose. Don Gaetano sa leggere nel pensiero della gente e lo Smilzo sa che il suo maestro e compagno riesce a penetrare nel buio o nel fuoco dei suoi sentimenti, delle sue idee e delle sue emozioni.
Lo Smilzo ha imparato a sfidare i compagni, le altezze dei muri, le grondaie, le finestre. E ha imparato a fissare una finestra in particolare, quella in cui è apparsa come un fantasma femminile una donna-bambina. Un fantasma che torna in seguito a sfidare la memoria dei sensi, a chiedere un amore impossibile.
Lo Smilzo cresce attraverso i racconti di don Gaetano, cresce nella memoria di una Napoli offesa dalla guerra e dall’occupazione e si ribella alla sua stessa indolenza morale con una straordinaria capacità di riscatto. Lo Smilzo impara che l’esistenza è rito, carne, sfida, sangue.
È così l’uomo maturo e l’uomo giovane si dividono in silenzio il desiderio sessuale di una vedova, l’uomo maturo passa al giovane la lama che dovrà difenderlo un giorno dall’onore offeso, e la prova del sangue lo obbliga ad andare lontano, oltre oceano, verso una nuova vita che gli insegna ad essere uomo. Deve conoscere il segreto del fuoco, quello che gli fa indovinare la mano di carte del suo avversario, quello che fa alzare il cappello alla gente del vicolo quando lo incrociano per strada. Ma prima di andare via deve assaporare il gusto che si prova il giorno prima della felicità, quel giorno in cui tutto, improvvisamente, cambia.
Un libro ricchissimo, capace di rapirci, capace di parlare di identità e sentimenti utilizzando le immagini e le parole degli uomini semplici. Un romanzo che è un tributo alla generosità civile di una città come Napoli e del suo popolo.