La Fine è il Mio Inizio di Tiziano Terzani
Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita
Tre mesi prima di morire, Tiziano Terzani chiama il figlio Folco a Orsigna, nella loro casa di montagna, per raccontargli la sua vita. Padre e figlio si incontrano sotto un albero, unico testimone un registratore, e parlano della vita passata, delle passioni e dei divertimenti. Terzani racconta cose di cui prima non ha mai parlato: l’infanzia povera a Firenze e i primi passi nel mondo del giornalismo.
I grandi momenti della sua vita – la violenza della guerra in Vietnam, la delusione del comunismo in Cina, l’orrore del futuro visto in Giappone – si alternano ai ricordi personali di viaggi avventurosi in zone proibite, di incontri con spie, e di passioni che lo hanno portato a collezionare migliaia di libri, statue tibetane e gabbie piene di uccelli esotici.
Ed è così che parola dopo parola, ricordo dopo ricordo, Terzani si rivela in pieno: un uomo dalla vita intensa, colorata ed energica, un viaggiatore d’eccezione, un testimone non sempre comodo che ha attraversato gli eventi della Storia, le guerre e i grandi temi politici degli ultimi cinquant’anni.
“La fine è il mio inizio” è una biografia parlata, il testamento di un padre che cerca di passare al figlio l’essenza di quello che nella vita ha imparato e soprattutto, l’ultimo libro che Tiziano Terzani ci ha lasciato, l’ultima tappa di un lungo cammino per il mondo alla ricerca della verità.
Un brano:
“Questo è stato il mio viatico: viaggiare per il mondo alla ricerca della verità”.
“Intanto tu sei venuto a tenermi per mano e questo ci dà l’occasione di parlare del viaggio di quel ragazzino, nato in un letto di via Pisana, un quartiere popolare di Firenze, che si ritrova nelle grandi storie del suo tempo – la guerra in Vietnam, la Cina, la caduta dell’impero sovietico – poi va sull’Himalaya, e adesso è qui, in una sua piccola Himalaya, ad aspettare questa ora secondo me piacevole.
Allora, questa è la fine, ma è anche l’inizio di una storia che è la mia vita e di cui mi piacerebbe ancora parlare con te per vedere insieme se, tutto sommato, c’è un senso”.