Abitare sostenibile di Giuliano Dall’Ò, Annalisa Galante
Una rivoluzione del nostro modo di vivere
Particolarmente interessante è la collana del Mulino ”Farsi un’idea”, per i contenuti trattati che vanno dalla politica, alla scienza, all’ambiente; interessante per come vengono esposti tali contenuti e non ultimo per la veste maneggevole e particolarmente adatta a una lettura in qualsiasi contesto. In questo libro, “Abitare sostenibile”, si va oltre al concetto di edilizia sostenibile, in quanto non ci si ferma all’oggetto ”casa” ma si prende in considerazione quello più ampio di ”abitare sostenibile”, trasferendovi la definizione di sostenibilità esplicitata fin dal 1987 nel Rapporto Bruntland.
L’abitare è, infatti, uno degli elementi che caratterizzano lo sviluppo ed è senza dubbio riduttivo focalizzare l’attenzione solo sul bilancio energetico-ambientale dell’edificio; in questo testo si evidenziano le implicazioni economiche e sociali, un diverso modo di valutare i costi, tenendo in considerazione non solo il limitante onere finanziario iniziale per l’edificio, bensì una più completa e corretta valutazione del ciclo di vita di tutta l’opera, a partire dalle materie prime, dalle modalità di posa in opera, all’impiantistica e all’esposizione geografica. Arrivando così a considerare economicamente convenienti scelte che prima non lo erano.
Ma l’aspetto più innovativo messo in risalto è lo sviluppo di quei presupposti che permettono il cambiamento strutturale del nostro modo di vivere, inteso come implicazione sociale. Gli autori sottolineano come ci siano tutti gli elementi per accelerare questo processo a partire dalla consapevolezza della necessità di affidarsi a fonti energetiche alternative, di pari passo con la disponibilità di tecnologie avanzate e competitive anche a livello economico, a patto che l’abitare sostenibile divenga una sintesi delle due concezioni: ecocentrica (che privilegia la qualità ecologica delle strutture) e tecnocentrica (che privilegia l’innovazione tecnologica).
Un’integrazione efficace di queste due visioni diventa la strategia vincente per gestire la complessità dell’abitare sostenibile, non solo per ciò che riguarda l’edificio ma anche per il territorio. Per questo gli autori mettono in evidenza anche un altro importante concetto: non basta costruire case con certificazione energetica ma è importante definire e attuare protocolli di certificazione ambientale; nel testo vengono altresì illustrati i principali protocolli stilati a livello europeo e mondiale, come Breem (Bulding Research Establischment Environmental Assessment Method UK), Leed (Leaderschip in energy and environmental design USA), Kqe(Haute qualità environmentale F), i quali sono solo alcuni esempi.
In Italia è in fase di sviluppo Ecolabel, un sistema di valutazione a punteggio. Ma si sta anche lavorando a livello interregionale al protocollo Itaca che si compone di 70 requisiti corrispondenti ad altrettante schede di valutazione che analizzano elementi che spaziano dalla qualità ambientale degli spazi interni, al consumo delle risorse, alla qualità del servizio fino ai trasporti. Si passa quindi dall’analisi su scala limitata dell’edificio stesso, a quella più ampia del quartiere o della città. È questa la strada per realizzare il passaggio dall’abitazione sostenibile all’abitare sostenibile!