Pietro, un uomo di quarant’anni, ha un lavoro che lo vede impegnato in un network televisivo con un ruolo dirigenziale, una moglie bellissima innamorata di lui e una bambina di dieci anni che lo adora. Mentre salva la vita ad una sconosciuta che sta annegando, perde la moglie che a casa viene colta da un aneurisma
Ogni legame con la realtà buona viene spezzato e lui si trova solo a prendersi cura della figlia, che diventa l’unico scopo della sua vita. Pietro viene colto da una calma apparente, ma dentro di lui è il caos: trascorre ogni istante delle sue giornate davanti alla scuola di sua figlia, dapprima in auto, poi seduto su una panchina ad aspettare che esca, per salutarla con la mano durante la ricreazione, quando la bimba si affaccia alla finestra per guardarlo.
Nell’attesa, mentre le giornate passano lasciandogli solo un leggero soffio addosso, Pietro comincia ad osservare la vita dall’esterno, guarda i passanti, ne ascolta le conversazioni. Lentamente, entra in contatto con queste persone che da sconosciuti diventano personaggi familiari, di cui egli riconosce i gesti, le espressioni e gli umori.
Diventa pian piano un punto di riferimento per gli altri, lui che dovrebbe sprofondare nel dolore e subire il lutto con calma. Invece i suoi colleghi, i parenti, ed in seguito anche gli estranei, vanno alla sua panchina, dove lui oramai passa il suo tempo, per sfogarsi e cercare un consiglio, mentre resteranno affranti e sorpresi dinanzi alla sua apparente passività, alla sua serenità così inadeguata di fronte ad una perdita così radicale come la morte della propria moglie.
Con il passare del tempo Pietro cerca di avere un rapporto sempre più stretto e comprensivo con la bambina, adeguandosi al suo modo di essere un po’ distante rispetto al normale comportamento delle sue compagne, che forse reagirebbero con violenza, con lacrime continue e notti agitate alla perdita della madre. Pietro non la lascia mai sola e cerca in tutti i modi di farle comprendere la realtà del distacco, perché lei possa patirne le sofferenze, ma poi tornare ad essere serena. La figlia invece sembra affrontare tutto con una saggezza incredibile per la sua giovane età.
Una storia di amore e dolore, che Sandro Veronesi racconta con stile morbido e ”calmo” come il caos che si agita dentro di lui.
L’AUTORE
Sandro Veronesi è nato a Firenze nel 1959. Nel 1988 pubblica il suo primo romanzo dal titolo ”Per dove parte questo treno allegro” e nel 1990 si afferma con ”Gli sfiorati”. Con ”La forza del passato” vince il Premio Campiello e il Premio Viareggio. Nel 2001 con il libroper ragazzi ”Ring City” vince il Fregene. Con ”Caos calmo” nel 2006 vince il Premio Strega.
Con il produttore cinematografico Domenico Procacci è co-fondatore della casa editrice Fandango Libri.
Fonte www.recensionelibro.it