Una vita sottile di Chiara Gamberale
”Una vita sottile” di Chiara Gamberale è un’autobiografia senza veli, uno scoprirsi pian piano fino a mostrare tutto di sé, tanto che nell’introduzione dell’edizione tascabile Marsilio, lei stessa scrive che subito dopo la pubblicazione del romanzo voleva che la sua creazione sparisse dalle librerie, troppo sfacciata, troppo ingenua da suscitare persino vergogna. Forse però questa è la reazione immediata che si prova nel momento in cui si condivide la propria esistenza in modo così intimo. Niente di cui preoccuparsi, insomma!
Ma al di là di questi pensieri del tutto normali che l’autrice ha avuto nel rivedersi attraverso le parole del suo libro, c’è un concetto molto importante che risalta, la necessità di raccontarsi senza la paura di rimandare la propria immagine interiore così come lei stessa la viveva in quel momento. È evidente, addentrandosi nel romanzo, che la scrittura per l’autrice è fonte di salvezza, è il posto in cui perdersi e ritrovarsi, esplosione di sentimenti che altrimenti andrebbero repressi fino a farla implodere.
In queste pagine c’è la storia di una ragazzina che vive le amicizie e i momenti quotidiani con entusiasmo e coinvolgimento, che dedica un paragrafo ad ogni persona che è stata importante nel suo percorso e non ha problemi a parlare della sua malattia che le fa temere l’incontro con la bilancia, l’incontro persino con l’aria ad ogni respiro perché potrebbe farla ingrassare.
L’anoressia, che è il tema portante del libro, nonostante si sfiori tra le righe, è sempre presente tra una battuta ed un’altra, parlando di un episodio o ricordando un amico. È un argomento, insomma, trattato con delicatezza, non con violenza o presunzione e il modo in cui viene affrontato dalla protagonista, può essere necessario a far comprendere alle nuove generazioni come lottare contro questa malattia, che è frutto di insoddisfazioni e di modelli troppo distanti dalla realtà.
Chiara Gamberale si sveste spontaneamente e con naturalezza per parlare di sé e, senza rendersene conto, infonde speranza ai suoi lettori con un tono a volte ironico, altre volte malinconico, ma sempre forte delle proprie convinzioni, deciso a non arrendersi…
Ci mostra l’essenzialità delle altre persone nel nostro quotidiano io credo che si scopra di essere innamorati quando in quel posto, a quell’ora, è proprio quella persona che vogliamo vicino a noi. Ci spiega la gioia dei sorrisi, la necessità della presa di coscienza e del viversi ogni attimo godendoselo fino in fondo, nonostante le paure che risiedono in un’adolescente insicura e alle prime esperienze.
Il libro oltre ad aver ricevuto numerosi premi è diventato un film per la televisione. Un romanzo di esordio che faceva presagire buoni risultati che non sono stati per nulla delusi.
Il profilo di Chiara Gamberale
Nata a Roma nel 1977 oltre ad essere una scrittrice è anche conduttrice radiofonica e televisiva, collabora con la Stampa e Vanity Fair. Il suo primo romanzo ”Una vita sottile” pubblicato con la casa editrice Marsilio viene portata sul piccolo schermo. Seguono ”Color lucciola” e ”Arrivano i pagliacci”. Nel 2008 ha pubblicato con la Bompiani il romanzo ”La zona cieca” che ha ricevuto il premio Campiello nella Selezione Giuria dei Letterati ed ha avuto un ottimo successo nelle vendite. Con la Bompiani ha pubblicato anche il romanzo ”Una passione sinistra”.
Fonte: www.recensionelibro.it