Il velocifero di Luigi Santucci
La saga di una famiglia lombarda nella Milano della belle époque
Negli ultimi anni del secolo scorso, il velocifero era la diligenza per viaggi celeri. Qui fa da titolo a questo romanzo, che potrebbe chiamarsi anche l’arca di Noè: l’arca di una grossa e pittoresca famiglia della Milano ”belle époque, che ha come protagonisti due fratelli: Renzo e Silvia Bellaviti, legati da un profondissimo affetto. La trama è troppo vasta e pullulante di uomini e bestie per essere riassunta in poche righe, ma il grande affetto fra i due fratelli è il filo più importante.
Il libro parla di una simpatica famiglia serena, che vive tra amicizie veramente tali e valori civili e religiosi. Ma quando muore il nonno di Renzo e Silvia, questo mondo felice crolla: scoppia la Prima Guerra Mondiale, Silvia si rinchiude in un monastero di clausura, gelosie, debiti e avvenimenti storici completano una situazione completamente capovolta.
Molti gli elementi del romanzo che ne fanno un’opera fortemente legata alla terra lombarda e alle strade meneghine: il dialetto milanese parlato in casa, il latino degli anni della scuola e tanti particolari che fanno rivivere il sapore del passato.
In questa storia l’autore ha saputo toccare tutta la gamma dei valori e dei sentimenti umani, che va dal riso alla lacrime; è riuscito a ridare al lettore il perduto piacere di leggere. Forse per questo motivo ”Il velocifero” ha visto moltiplicarsi le sue edizioni ed ha raccolto tanto consenso di pubblico in Italia e all’estero.