Vicende umane e lotta per la sopravvivenza sullo sfondo di un villaggio del Sud
Fontamara è un paese degli Abruzzi, dove i ”cafoni” che lo abitano sono da secoli abituati alla sofferenza. I contadini e i braccianti, rassegnati ormai e quasi abituati a subire senza reagire catastrofi e soprusi di ogni genere, abbrutiti dalla miseria e dalla lotta per la sopravvivenza, trovano la forza di ribellarsi quando si rendono conto dell’ennesima truffa ordita sulla loro pelle: il podestà e alcuni proprietari hanno fatto deviare l’acqua di un ruscello per irrigare le proprie campagne. Nella loro sofferenza i fontamaresi che si ribellano rappresentano l’uomo che attinge ad un nuovo livello di dignità, proprio perché si sente spinto alla lotta contro la violenza, le sopraffazioni e le mistificazioni. L’acqua assume il significato del simbolo vitale, del diritto naturale e sacro alla libertà, al quale l’uomo non può rinunciare e non rinuncia.
Questo libro ripropone il dramma storico, per la libertà e la giustizia, dei ”cafoni” del Sud. Silone, con questo romanzo corale, ci consegna un messaggio coraggioso e provocatorio: la proposta di un impegno che non si regga sugli schemi tradizionali dei conflitti di classe, ma che nasce e si sviluppa nel profondo di ogni coscienza prima di diventare rivendicazione collettiva.
Fontamara, pubblicato prima all’estero che in Italia, quando Ignazio Silone, perseguitato dal fascismo era dovuto espatriare, è un libro famoso in tutto il mondo.