Una cellula, lasciata a se stessa si sviluppa in modo disordinato, mentre quando riceve ordini precisi si organizza in tessuti ed apparati e mantiene un equilibrio di relazione con le altre cellule che la circondano.
Un nuovo rivoluzionario filone di questa percezione della vita sta affermandosi oggi a livello scientifico, e le possibili applicazioni che ne derivano sono di importanza vitale. Stanno infatti emergendo delle innovative chiavi di applicazione per la comprensione e la cura della malattia tumorale.
Il Prof. Pier Mario Biava, docente di Medicina del Lavoro all’Università di Trieste e Primario di Medicina del Lavoro, autore del libro appena pubblicato ”Il cancro e la ricerca del senso perduto” (Springer Verlag, agosto 2008) è il geniale ricercatore che nel corso degli ultimi 20 anni ha sviluppato ed approfondito studi sulle cellule staminali e sulla loro organizzazione che ci invidiano in tutto il mondo.
Il professor Biava infatti ha dedicato gran parte della sua vita a cercare di capire e di modulare i principi della organizzazione cellulare. Partendo dal concetto che una cellula lasciata a se stessa si sviluppa in modo scoordinato e tumultuoso (come un cancro) mentre se riceve i segnali e le informazioni necessarie si trasforma in pelle, muscolo, cervello, e qualsiasi altro tessuto, Biava ha iniziato ad applicare agli organismi malati i segnali provenienti dagli embrioni, quegli stessi segnali che guidano lo sviluppo delle cellule staminali multipotenti verso la loro differenziazione.
Oggi Biava ha scoperto questo strumento operativo e sta iniziando, come un fine direttore d’orchestra, ad usare strumenti delicati per informare le strutture viventi. Anziché ”sparare” sulla cellula per ucciderla, col rischio di distruggere tutto quello che c’è intorno, si può parlare alle cellule (sottovoce, con basse dosi di fattori embrionali) per far sì che le cellule tumorali riprendano la loro corretta via di differenziazione e si ritrasformino in cellule sane e perfettamente differenziate.
Questa procedura, che sfrutta oggi i regolatori ormonali che vengono dallo Zebrafish (un pesciolino tropicale usato in tutti i laboratori di genetica, di cui sono perfettamente studiati tutti i passaggi evolutivi) ha già dato dei risultati sorprendenti. Analoghi lavori clinici, con analoghi sorprendenti risultati sui malati di cancro sono stati svolti anche preso il Children Hospital di Chicago, dal gruppo della dottoressa Hertz. L’importanza delle cellule staminali e della loro regolazione nella genesi del tumore è stata ripresa in modo importante anche sulla rivista Economist nel numero del 12 settembre, rilevando l’aspetto rivoluzionario insito in questa percezione della genesi tumorale, che apre da subito possibilità terapeutiche inaspettate e formidabili.
Il libro di Biava si legge d’un fiato, con dolcezza e partecipazione. Dalle semplici descrizioni delle sue intuizioni alla partecipazione familiare della moglie che lo ha aiutato a sviluppare i modelli matematici della differenziazione in diversi tipi cellulari, arrivando alla descrizione delle difficoltà nella ricerca, a causa di un mondo imprenditoriale sanitario imprigionato nel suo paradigma farmacologico.
Il libro di Biava è un gioiello di semplicità e passione, ma è realmente la base di un nuovo momento di crescita e di evoluzione nella comprensione della malattia e nella progressione della scienza a beneficio di tutti.
I temi sollevati dal suo libro e dalla sua attuale pratica clinica (che si integra con le altre pratiche mediche che lavorano sul segnale e sulla informazione) sono attualissimi e di profondo impatto sulla percezione sociale e filosofica di oggi.
Il Prof. Pier Mario Biava riceve presso il Centro di Medicina Biologica, Monza.