”Cristo si è fermato a Eboli” parla del periodo in cui Carlo Levi, durante il regime fascista, è al confino in Lucania.
Un periodo indubbiamente triste per Carlo Levi, durante il quale però vive esperienze nuove, conosce luoghi e persone, usi e costumi diversi. Il viaggio verso il Sud, infatti, e la vita nel piccolo paese di Gagliano, in Lucania, rappresentano per l’autore un periodo di scoperte. Nel mondo contadino, inimmaginabile ma reale, Levi trova un’umanità diversa e affascinante.
In quell’angolo dell’Italia meridionale degli anni Trenta conosce diversi personaggi: il podestà Magalone e Donna Caterina, Sanaporcelle e il cane Barone, che lo accompagna ogni giorno nella sua passeggiata fino al cimitero. Levi li racconta con un realismo che affascina e coinvolge.
Un racconto che si snoda nelle varie vicende dei personaggi, che evidentemente hanno lasciato un’impronta profonda nel suo cuore e nella sua mente se riesce a presentarli con quella immediatezza che è la peculiaretà del suo stile. E forse con un po’ di nostalgia…
Un racconto meditativo che trascina, riconosciuto come uno tra i romanzi più importanti della letteratura europea.