Storie di ordinaria ingiustizia
Al di là di ogni polemica politica o no, gli errori giudiziari in Italia sono ormai un fatto di costume. O di malcostume? In realtà la ”malagiustizia” è direttamente proporzionale alla mal’aria che si respira in questo Belpaese invidiato da tutto il mondo ma coperto di fango da storie di ordinaria ingiustizia. Parliamo di casi assurdi, di vite stritolate dai meccanismi giudiziari, di banali equivoci con conseguenze tragiche per le vite di tanti. Di persone che, nella maggior parte dei casi, per la lentezza della burocrazia italiana, subiscono un calvario di anni alla fine dei quali in molti casi vengono riconosciuti innocenti.
I casi da citare non mancano. Un esempio fra i tanti: il caso che vide coinvolto Enzo Tortora fu il crocevia italiano della malagiustizia, della giustizia spettacolo e della degenerazione dell’utilizzo dei pentiti delle principali organizzazioni criminali di questo Paese. Tuttavia c’è un rischio nel discorso sulla malagiustizia: il rischio di una squalifica morale di tutta la magistratura; una squalifica ingiusta e antistorica: i magistrati sono stati in prima linea in momenti terribili della storia italiana come il terrorismo politico, l’assalto della mafia alle Istituzioni repubblicane, Tangentopoli.
Comunque ogni capitolo del libro di Ilaria Cavo è un racconto basato sui fatti.
La corruzione è sempre più dilagante e sia la magistratura che gli avvocati ci sguazzano indisturbati, denuncie pubblice nei maxmedia pussono dare resiro a qualcuno come nel mio caso ma ho bisogno d’aiuto.