Il Principe Fabrizio Salina assiste con angoscia al lento decadere della classe aristocratica alla quale appartiene.
Infatti, con lo sbarco in Sicilia di Garibaldi e del suo esercito, si forma una nuova classe, quella della borghesia, che naturalmente il principe disprezza, come tutti gli aristocratici, del resto. Il nipote di don Fabrizio, Tancredi, combatte nelle file garibaldine, ma rassicura lo zio sul suo futuro, dicendogli che alla fine i fatti si sarebbero svolti a loro vantaggio. Il Principe Fabrizio ha una figlia, Concetta, per la quale Tancredi ha un certo interesse e Concetta, a sua volta, ricambia i suoi sentimenti. Ma poi le cose vanno diversamente.
Il principe con la sua famiglia va a trascorrere un po’ di tempo nella residenza estiva a Donnafugata, dove il nuovo sindaco è Calogero Sedara, un borghese di umili origini, che ha una figlia molto bella, Angelica, della quale Tancredi s’innamora perdutamente, anche se è una ragazza borghese e non ha il comportamento di un’aristocratica. Borghese ma molto bella, Angelica, e Tancredi la sposa, non solo per la sua bellezza ma anche per il suo denaro.
E intanto si arriva ad un plebiscito per l’annessione della Sicilia al regno italico. Il principe non ne è entusiasta, ma dice di essere favorevole all’annessione, anche se a malincuore. In realtà i voti del plebiscito vengono truccati dal sindaco Sedara e si arriva perciò all’annessione. In seguito il cavaliere Chevalley, un funzionario piemontese, offre a don Fabrizio la carica di senatore del Regno d’Italia, ma il principe rifiuta l’incarico e propone al suo posto proprio il borghese Calogero Sedara. Ormai disincantato e pessimista sulla possibile sopravvivenza di una civiltà in decadenza, non vuole sottomettersi alla caduta del suo tempo. E conduce una vita infelice fino a quando muore in una stanza d’albergo, dimenticato da tutti.