”Vita e Svita” è la testimonianza di una donna, Belit, che quando viene a conoscenza del proprio male inizia una vera e propria battaglia non solo contro ”il suo male” ma anche contro il sistema di speculazione al quale una parte della medicina aderisce.
Un sistema dove il paziente diventa una ”Non persona”, uno strumento di guadagno e arricchimento economico non professionale e neppure umano e sociale. Ma ”Vita e Svita” non è solo una denuncia. Vuole essere anche un ringraziamento all’altra gran parte della Medicina e della Ricerca che studia il male, combatte assieme ai malati le loro battaglie, dà sollievo al loro dolore e li aiuta a non sentirsi soli.
Belit conosce ”un mondo nuovo, fatto di uomini altruisti, che con impegno e passione, e senza il giusto riscontro economico, lavorano per noi”.
Il ricavato dalla vendita di ”Vita e Svita” sarà devoluto all’AIRC (Associazione italiana per la ricerca sul cancro): un contributo alla ricerca con una borsa di studio annuale.
”Vita e Svita” ci rivela cosa può accadere quando la sete di denaro e di fama, in medicina, va in prima posizione scavalcando il significato di un lavoro che prima di essere una professione dev’essere una missione a tutti gli effetti.