Ne ”La crisi del nostro tempo” Pitirim A. Sorokin sintetizza e volgarizza, nell’accezione più nobile del termine, la sua critica socio-culturale alla tarda modernità sensistica, già organicamente sviluppata nelle quasi tremila pagine di Social and cultural dynamics.
Al pari di Spengler e di Toynbee, Sorokin, pur senza mai indulgere in visioni pessimistiche o deterministiche del divenire umano, colloca la “crisi dell’Occidente” in una titanica filosofia della storia, in cui tre sistemi di società e cultura – ideazionale, idealistico e sensistico – succedono incessantemente l’uno all’altro.
Nella sua critica all’idea di progresso infinito, dello scientismo e del relativismo, risiedono gli elementi prepolitici per una rinascita spirituale e culturale della nostra società su basi intellettuali più nobili ed elevate.
Dal testo emerge un Sorokin filosofo sociale e profeta, che merita ancora oggi, per la radicalità e l’attualità delle sue tesi, di essere conosciuto da un pubblico più ampio e non conformista, stanco dei vari postpensieri, alla ricerca di nuovi cicli e nuove terre.
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