Ne ”La mia stirpe” si racconta dell’immortalità attraverso la specie, della continuità della vita attraverso le generazioni, poiché ognuno di noi rinasce nelle generazioni successive o è l’erede della generazione precedente. Così il protagonista è convinto che lui rinascerà, quando non ci sarà più, nella nipotina che ora tiene in braccio. Così come è convinto i suoi genitori sono rinati in lui. E via di seguito, di generazione in generazione: ogni generazione è la rinascita della generazione precedente. Un’impresa che dà un significato alla vita, ovvero che è la continuità della vita stessa. In sintesi, ognuno di noi sarà in quelli che verranno dopo e dopo ancora, come in ognuno di noi ci sono quelli che ci hanno preceduto, perché la stirpe è garanzia di immortalità
L’AUTORE
Ferdinando Camon è nato in provincia di Padova. È una delle più importanti voci del secondo Novecento letterario italiano, sopravvissuta al caos del nuovo millennio. In una dozzina di romanzi (tutti pubblicati con Garzanti) ha raccontato la morte della civiltà contadina (Il quinto stato, La vita eterna, Un altare per la madre – Premio Strega 1978), il terrorismo (Occidente, Storia di Sirio), la psicoanalisi (La malattia chiamata uomo, La donna dei fili), e lo scontro di civiltà, con l’arrivo degli extracomunitari (La Terra è di tutti). È tradotto in 22 paesi. Il suo ultimo romanzo è La cavallina, la ragazza e il diavolo (2004).