È la storia vera di Aisha Farouk, una donna libanese che vive in Italia.
Dopo un’infanzia felice a Beirut Aisha viene in Italia per studiare medicina, poi s’innamora perdutamente di un uomo, libanese anche lui e musulmano, che però ad un tratto cambia carattere e comportamento anche nei riguardi della compagna: diventa estremista islamico, costringe Aisha al burqa, la priva dei diritti umani e poi rapisce il loro unico figlio, Marco, che affida ad una zia di Beirut. Aisha non vede suo figlio da cinque anni perché la famiglia del compagno, con sentenza del tribunale islamico, le toglie il diritto di essere madre. Oggi Aisha non indossa più il burqa e inizia una battaglia legale per riavere suo figlio. Una battaglia complessa, perché vengono coinvolti tanti fattori: ambasciate, diritto internazionale e fondamentalismi vari.
Lettera al mio bambino rapito è il racconto di una vicenda terribile alla quale manca ancora la parola fine.
Sarah Ghazi è un nome inventato per celare l’identità di una donna libanese.