Manna e miele, ferro e fuoco di Giuseppina Torregrossa

Due coniugi, Maricchia e Alfonso Gelardi, dopo lunga attesa, vedono finalmente realizzato il loro sogno più grande: una figlia femmina.
In una tempestosa notte di neve, infatti, nasce Romilda, una bimba bella e paffutella, una bimba ”manna e miele, ferro e fuoco”, come la definisce il titolo. Una bimba speciale non solo per come la vedono i suoi genitori. Speciale per le sue incredibili doti istintive. Una bimba decisamente comunicativa, in grado di stabilire un dialogo immediato con persone e cose. Si fa amare, rispettare e proteggere: fin da subito ha catalizzato l’amore e l’attenzione di tutti. Ancor prima che pronunciasse le sue prime parole.

La sua forza di attrazione è tale che perfino la natura sembra proteggerla: è una creatura magica che incanta anche le api. Un giorno la mamma la lascia sola per pochi istanti e al suo ritorno, con grande sorpresa, trova la piccola Romilda ricoperta da un nugolo di api nere che la proteggono e la cullano con il loro ronzio. Maricchia è fiera, felice e spaventata nello stesso tempo, proprio come papà Alfonso. Il quale intuisce subito che forse solo Romilda, fra tutti i suoi figli, sarà capace di apprendere i segreti del suo mestiere. Un mestiere speciale, come Romilda: quello di mannaluoro.
Infatti Alfonso è un mannaluoro: uno dei pochissimi interpreti dell’arte di estrarre dai frassini la manna, una sostanza dalle miracolose virtù nutritive e curative. Romilda cresce così tra due insegnanti speciali: la mamma, attraverso la cura delle api, le insegna la dolcezza e il potere, e il padre le affida il segreto di estrarre dai frassini quella preziosa sostanza che è la manna.
La bimba cresce all’aria aperta, fra il bosco e le arnie. Ma la sua vita allegra e solare viene stravolta dal prepotente barone di Ventimiglia, che la chiede in sposa ancora bambina. Si sposano, ma la loro è un’unione difficile, senza amore. Solo attraverso piccole gioie e grandi sofferenze Romilda torna ai suoi boschi, dove diventa la prima mannaluora delle Madonie e una donna dolce e forte, intelligente e appassionata, manna e miele, ferro e fuoco.
L’AUTORE
Giuseppina Torregrossa (Palermo, 1956)
è madre di tre figli e vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato per più di vent’anni come ginecologa, occupandosi attivamente, tra le altre cose, della prevenzione e cura dei tumori al seno. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo, L’assaggiatrice (Iride – Rubbettino). Con il monologo teatrale Adele (Borgia Editore) ha vinto nel 2008 il premio opera prima “Donne e teatro” di Roma. Da Mondadori ha pubblicato Il conto delle minne (2009).

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