Siamo in Danimarca, negli anni ’30. Protagonisti di questo romanzo una ragazza e il fratello Jasper nell’estremo Nord della penisola dello Jutland.
I due fratelli vivono in un’atmosfera opprimente, con una famiglia severa e soffocante: il padre, un falegname pieno di debiti, è affettuoso ma chiuso e severo; la madre è una donna pia che passa le sue giornate a intonare inni religiosi al pianoforte e la sera si diverte a raccontare storie di morti annegati; poi c’è il nonno rabbioso, alcolizzato e depresso che finisce per suicidarsi. Ce n’è abbastanza per spingere due giovani a cercare la libertà. Per fortuna trovano nel reciproco affetto la forza di sopportare una quotidianità al limite della sopportazione.
Per evadere da un ambiente intollerabile si costruiscono un mondo tutto loro: una capanna segreta su una spiaggia raggiungibile solo con la bassa marea, dove sognano luoghi lontani, il più lontani possibile: lui sogna il Marocco, il deserto, il caldo; lei pensa alla Siberia, alle lande gelate e immagina luoghi di pace e bellezza pura.
Ma la guerra e l’invasione nazista li separa e li spinge lontano da quel paese: Jasper fugge proprio nel Marocco tanto sognato, lei si rifugia da una zia in Norvegia, dove scopre un’esistenza durissima e vive storie senza significato, ma conosce anche la libertà. All’improvviso Jasper annuncia con una lettera il suo ritorno a casa e lei torna.
Ma Jasper dal Marocco non torna… E lei si ritrova sola, con la nostalgia di un affetto unico al mondo, con i ricordi di un fratello che non rivedrà mai più e della sua giovinezza nel gelo di un villaggio battuto dal vento all’estremità settentrionale della Danimarca, dove d’inverno il mare si copre di una lastra di ghiaccio e la gente di città arriva solo per raggiungere le terme che si trovano qualche chilometro più in là.
L’AUTORE
Per Petterson è nato in Norvegia nel 1952 e ha svolto vari lavori, tra cui il libraio e il traduttore, fino al suo debutto letterario nel 1987 con la raccolta di racconti Aske i munnen, sand i skoa. Con il romanzo Fuori a rubar cavalli, tradotto in 45 lingue, ha vinto diversi premi, tra cui il Norwegian Critics’ Prize for Literature (2003), il Norwegian Booksellers’ Prize (2003), l’Independent Foreign Fiction Prize (2006) e l’International IMPAC Dublin Literary Award (2007).