Un racconto autobiografico che riporta agli ultimi anni del fascismo e all’infanzia di due bambine: Penny e Baby.
Le due bambine vivono con lo zio che le ha adottate e con le cugine nella villa del Focardo nel territorio di Rignano sull’Arno. Il loro mondo è simile a quello di tutti gli altri bambini: amano giocare con gli amici all’aria aperta, giocano a campana, a mosca cieca, a un due tre regina, si arrampicano sugli alberi, corrono all’impazzata nei prati, vanno a scuola, si fanno piccoli dispetti come tutti i bambini di questo mondo. Una vita normale e ordinata che la guerra e le persecuzioni razziali provvedono a rovinare, un’infanzia distrutta dagli orrori di quel periodo drammatico della storia.
Una tranquilla esistenza fino a quando Penny comincia ad avere degli incubi e non riesce più a dormire: avverte per istinto un pericolo imminente, che non riesce a capire e a spiegare. Sente che il suo mondo sta per crollare e i pensieri, gli incubi, le visioni si accavallano. E un giorno alla villa arrivano nuovi soldati: il pericolo tanto temuto è vicino a lei. Penny li guarda e nota che non sono come quelli che aveva conosciuto, ma sono diversi. Questi nuovi soldati la confondono e la disorientano. Di fronte a loro si sente smarrita e poi loro le strappano il vestito, rompono tutto, spaccano vetri, bicchieri, pianoforte e prendono a calci Alì…
Non hanno nessuna sensibilità. Peraltro le SS. subivano un addestramento speciale per imparare a non provare pietà. Quindi erano crudeli, offendevano e maltrattavano i bambini senza pietà, ossessionati da un fanatismo allucinante che li rendeva incapaci di sentire il dolore degli altri, neppure dei bambini.
La scrittrice dedica il suo libro agli zii ed alle cugine, trucidati dai nazisti.
PER SAPERNE DI PIÙ
La Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma, con il Contributo del Gabinetto del Sindaco di Roma e della Fondazione Museo della Shoah, con i Patrocini della Camera dei Deputati, dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane e del Centro di Cultura Ebraica, Comunità Ebraica di Roma, ha ospitato, in occasione della Giornata della Memoria, dal 27 Gennaio al 28 Febbraio 2010, presso l’Antica Casa di Correzione di Carlo Fontana, nel Complesso Monumentale di San Michele a Ripa a Roma, “Album di Famiglia, diario di una bambina sotto il Fascismo, Lorenza Mazzetti, una mostra, un libro, un film”.
La Mostra consisteva nell’esposizione degli Ottanta quadri e dei testi che raccontano la storia di una bambina durante la Guerra e il Fascismo, testimone e unica sopravvissuta – insieme alla sorella gemella Paola – della tragedia della Famiglia Einstein nella Toscana del 1944. Alla Mostra è stata dedicata una piccola rassegna video nella quale è stato proiettato il film “Il Cielo Cade”, interpretato da Isabella Rossellini per la regia dei Fratelli Andrea e Antonio Frazzi, tratto dall’omonimo libro “Il Cielo Cade”, scritto da Lorenza Mazzetti, Premio Viareggio “Opera prima” nel 1962. Il libro divenne una caso letterario, e venne tradotto in ben 12 lingue. (Notizia estratta da un lavoro di Simonetta Drud, redattore).
L’AUTRICE
Lorenza Mazzetti, nata a Roma, ha vissuto l’infanzia in Toscana, nella villa della famiglia della zia paterna, sposata a Robert Einstein, cugino di Albert. Il cielo cade (Premio Viareggio del 1962) narra di quell’infanzia, nella villa degli zii che facevano da genitori a Lorenza e alla sorella minore. Trasferitasi in Inghilterra, ha studiato Belle Arti a Londra. Regista cinematografica, ha fondato con Tony Richardson, Lindsay Anderson e Carel Reitz il «Free Cinema Movement». Attualmente dirige a Roma un teatro per bambini: il Puppet Theatre.