Un saggio che raccoglie alcuni dei principali discorsi tenuti da Giorgio Napolitano nel corso della prima metà del suo mandato al Quirinale.
Un libro straordinario nel quale si avverte in sottofondo un sentimento di altri tempi, il grande ”patriottismo” del nostro Presidente della Repubblica, un sentimento fortissimo sottinteso in ogni sua parola, per il quale si adopera senza sosta per richiamare, al di sopra delle parti, i principi di coesione e identità del Paese, la fedeltà alle istituzioni dello Stato e soprattutto alla sua Costituzione, con il continuo richiamo a quel “patto che ci lega” che sta alla base dell’Italia repubblicana.
Questo libro è la rivelazione di quella coerenza che anche oggi, in tempi drammaticamente durissimi per il nostro Paese e per tutti coloro che l’amano, guida l’itinerario straordinariamente coerente del Capo dello Stato in quell’intrico di forti tensioni nella politica e nelle istituzioni italiane, di grave crisi economica e di forti cambiamenti negli scenari nazionali e internazionali.
”Il patto che ci lega” è la nostra Costituzione ed è per difendere la ”Carta” che Giorgio Napolitano si è lanciato in un autentico apostolato costituzionale, al quale ha inteso consacrare il suo mandato, investendovi tutte le sue risorse umane per indurre il suo popolo a quella unità d’intenti che, sola, può salvare il nostro Paese dal baratro in cui rischia di precipitare.
Questo volume ci conduce in un itinerario che spazia dal suo primo discorso dopo l’insediamento a una serie di interventi sulla storia d’Italia (da Cefalonia alla Liberazione, dal 4 novembre a El Alamein, al terrorismo), sulla giustizia, sulla Costituzione e infine sul ruolo dell’Europa unita e i nuovi equilibri internazionali.
Ci piace riportare uno stralcio dall’introduzione di Paolo Pombeni.
”Due temi di fondo ritornano continuamente nei discorsi del Presidente Napolitano: il richiamo al “patto che ci lega”, che non è puramente e semplicemente la lettera della Carta costituzionale, ma è la capacità di rinnovare questo legame facendolo rivivere nell’adesione alla storia che ci coinvolge tutti; la consapevolezza in secondo luogo che la Repubblica ha bisogno di un discorso politico pubblico che la sorregga. Il nostro paese vive una trasformazione culturale e sociale che ha fatto emergere un vuoto per quanto riguarda la pedagogia della cittadinanza. A rimediare a questo vuoto dedica il suo impegno Napolitano richiamando gli italiani a ”un concorso di volontà più forte di tutte le ragioni di divisione”, che si fondi sulla ”grande, vitale risorsa della Costituzione repubblicana. Non c’è terreno comune migliore di quello di un autentico, profondo, operante patriottismo costituzionale. È, questa, la nuova, moderna forma di patriottismo nella quale far vivere il patto che ci lega: il nostro patto di unità nazionale nella libertà e nella democrazia”.