Gerry Scotti – che cosa vi siete persi

Gerry Scotti è ormai più che un presentatore. Divenuto leggenda dei meme ha preso la cosa sul personale (in senso buono) divenendo ed assecondando questa ormai non moda perché i meme esistono da decenni seppur cambino solo il soggetto. Gerry Scotti è indubbiamente il più inossidabile dei soggetti perché non passa mai di moda, ma anzi evolve e si adatta ad ogni moda del momento. La sua faccia è ormai ovunque e nel bene (senza male, perché con Gerry non va mai male) ce lo ritroviamo spesso davanti anche senza volerlo. Dunque cosa ci siamo persi di un personaggio così presente sia in tv che altrove? C’è davvero qualcosa che ci sfugge? Beh oltre al titolo questa è tutta la premessa del libro:

«Che cosa vi siete persi!» ci ricorda con queste pagine Gerry Scotti, uno dei protagonisti più amati della tivù, che ci accompagna in un viaggio affascinante ed emozionante sul filo della memoria, alla ricerca di emozioni che appartengono a tutti noi e che sono ancora presenti, non solo nei nostri ricordi. Oggi la società moderna è sempre più frenetica e tecnologica. Gli oggetti che ci circondano sono sempre più sofisticati, ma spesso sono anche più impersonali. Gli oggetti del passato, invece, hanno un sapore di autenticità, sono legati a storie e ricordi che ci appartengono. Quando guardiamo un vecchio giocattolo, un vestito o un libro, non vediamo solo un oggetto, ma anche un pezzo della nostra vita. I ricordi sono potenti e possono evocare emozioni forti, possono farci sorridere, farci piangere, farci sentire felici o tristi. E gli oggetti del nostro passato sono come custodi della nostra memoria: ci aiutano a mantenere viva la nostra storia, a non dimenticare chi siamo e da dove veniamo. Questo libro è un viaggio nei momenti che hanno segnato il nostro passato recente: oggetti, canzoni, luoghi, eventi, aneddoti… ci racconta un mondo in cui per telefonare si doveva cercare una cabina telefonica (e recuperare i gettoni necessari per fare la chiamata), quando si poteva andare in auto senza cinture di sicurezza (e non esistevano i «punti» della patente, i limiti di velocità in autostrada, le zone a traffico limitato con telecamere, e il casco obbligatorio per i motocicli), quando si faceva la spesa nella bottega sotto casa e a scuola si andava con la cartella. Con il garbo e l’ironia che lo contraddistinguono, il crononauta sentimentale Gerry Scotti ci fa salire sulla sua macchina del tempo e riporta alla luce oggetti e ricordi che fanno parte della vita di tutti noi e che, ancora oggi, sono in grado di regalarci un sorriso.

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