Un romanzo che racconta due storie, quella di Angelina e quella di Jamila, due donne che non s’incontrano, ma due storie che si specchiano l’una nell’altra fino a farne una sola storia, quella di un comune destino che per entrambe significa rinuncia, mancanza, perdita, abbandono, esilio. Ed è anche la storia di due bambini: il libico Farid e il siciliano Vito, figli di quelle due donne che sono le protagoniste di questo romanzo.
editore einaudi
Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni
Questo romanzo, che inaugura il nuovo ciclo del commissario Ricciardi, ci riporta al Natale 1931, ad un’immagine di ordine e felicità che è però solo apparente ed imposta dal regime fascista, ad una città festosa perché c’è la prima di Natale in casa Cupiello. Ma dietro tutta quella facciata di allegria e spensieratezza c’è solo povertà e disperazione e il pericolo sempre in agguato.
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Con cura di Atul Gawande
Il saggio ”Con cura. Diario di un medico deciso a fare meglio” sta a dimostrare come il lavoro di un medico sia soprattutto una missione. La missione di prendersi cura della nostra salute ”con cura”, appunto. Perché dalla sua vigilanza, dalla sua capacità di interpretare a priori le cause di un male che può condurre alla morte se non diagnosticato in tempo dipendono la nostra salute e la nostra vita. Non solo missione, dunque, ma addirittura chiaroveggenza viene richiesta al medico: un compito durissimo che non scoraggia tuttavia chi sceglie questo lavoro come scopo della sua vita.
La bambina di neve di Eowyn Ivey
È una storia molto bella, romantica e commovente. È ambientata in Alaska e riporta agli anni del primo Novecento, più esattamente al 1920. In questo luogo selvaggio arrivano da lande lontane due coniugi, Jack e Mabel, una coppia anziana che conduce una vita durissima in una fattoria isolata ai limiti della foresta, affrontando giorno dopo giorno una sfida estenuante per sopravvivere in quella natura selvaggia.
Casa di Marilynne Robinson
Casa, ovvero tornare a casa, è il tema intorno al quale ruota tutta una storia che mette in risalto la famiglia, i valori della famiglia e la dolorosa difficoltà del perdono.
Quanto è ”bello” tornare a casa per la gioia di tornarvi e quanto è ”doloroso” tornare a casa dopo una sconfitta: due concetti diversi per due realtà diverse, perché i due protagonisti tornano entrambi a casa, ma solo perché la casa paterna rappresenta l’unico rifugio al quale hanno pensato nel momento in cui le amarezze della loro vita hanno avuto il sopravvento.
Storia di Chiara e Francesco di Chiara Frugoni
Chiara e Francesco, due ragazzi benestanti, di grande cultura, che amano leggere storie di nobili cavalieri e amori cortesi.
Due ragazzi come tanti, che però un giorno all’improvviso si rendono conto che il mondo non vive secondo il messaggio del Vangelo, non vive secondo gli insegnamenti del Vangelo, non vive secondo giustizia. E decidono di voltare le spalle all’ipocrisia del loro mondo, agli onori del loro stato sociale, alle cose caduche della vita. E rinunciano alle loro ricchezze per seguire una nuova strada: quella del Signore, quella che indica il Vangelo.
Vite che non sono la mia di Emmanuel Carrère
”Vite che non sono la mia” racconta una storia vera e, come quasi tutte le storie vere, è semplice e terribile.
Durante le feste di Natale del 2004, Emmanuel Carrère è in vacanza con la famiglia in quel paradiso terrestre che è lo Sri Lanka: uno scenario irreale in cui spiaggia, sole e natura sono gli splendidi protagonisti. Sono giorni di tranquillità e di relax, di pace e di riposo. Ma in questa atmosfera idilliaca all’improvviso l’immane tragedia: lo tsunami devasta le coste del Pacifico e i morti si contano a migliaia. Fra i tantissimi morti c’è anche Juliette, la figlia di quattro anni di una coppia di francesi con i quali Carrère instaura un forte legame d’amicizia dopo essere stato per caso testimone del dolore straziante di una famiglia distrutta.
Ci si mette una vita di Federico Russo
È chiaro il messaggio che viene da questa lettura: non sappiamo apprezzare quello che abbiamo a portata di mano.
Ed è la realtà di sempre certamente, ma oggi ancora di più andiamo alla ricerca di qualcosa che sembra ci manchi e che è invece accanto a noi. I tempi non sono certamente facili: nella vita sociale, e familiare, oggi è tutto allo sbaraglio e il disorientamento psicologico è generale. Eccoci quindi alla ricerca del paradiso perduto. Ma a volte ci si mette una vita, o quasi, per capire che la felicità è lì dove non ci saremmo mai aspettati. Basta solo avere il coraggio di guardarla in faccia.
L’unico figlio di Anne Holt
La vicenda si svolge in Norvegia. È la storia di Olav Håkonsen, un ragazzino consegnato alle cure di un orfanotrofio contro la volontà di sua madre.
Olav arriva nella casa famiglia di Oslo in un febbraio freddissimo e nebbioso. Olav non è un ragazzo tranquillo. Appena arrivato rivela il suo carattere ribelle e litigioso e per questo motivo si fa odiare dai suoi compagni e dal personale. Infatti non fa che inveire contro di loro tutto il giorno, li attacca, li insulta e scaglia incredibili parolacce non solo contro i compagni, ma anche contro Agnes Vestavik, direttrice della casa famiglia. L’atteggiamento continuamente ostile di Olav porta, naturalmente, grande scompiglio nella casa famiglia.
Sezione suicidi di Antonin Varenne
Il tenente Guérin è un poliziotto un tantino eccentrico, diverso dai suoi colleghi.
Figlio di una prostituta, respinge la compagnia degli altri e vive solo in un appartamento che sembra attraversato da un uragano, nel disordine più completo. La sua unica compagnia è un pappagallo che non è certo educato con i rari ospiti che vengono a trovare il suo padrone. Da notare però che Guérin è eccentrico, ma è anche uno bravissimo poliziotto, onesto e contrario ai compromessi. Proprio per questo suo ” merito” viene inviato a dirigere la Sezione Suicidi della Surété, dove sembra che tutto sia tranquillo e che il nostro poliziotto non avrebbe avuto niente da fare e si sarebbe annoiato. E invece…