Vicende umane e lotta per la sopravvivenza sullo sfondo di un villaggio del Sud
Fontamara è un paese degli Abruzzi, dove i ”cafoni” che lo abitano sono da secoli abituati alla sofferenza. I contadini e i braccianti, rassegnati ormai e quasi abituati a subire senza reagire catastrofi e soprusi di ogni genere, abbrutiti dalla miseria e dalla lotta per la sopravvivenza, trovano la forza di ribellarsi quando si rendono conto dell’ennesima truffa ordita sulla loro pelle: il podestà e alcuni proprietari hanno fatto deviare l’acqua di un ruscello per irrigare le proprie campagne. Nella loro sofferenza i fontamaresi che si ribellano rappresentano l’uomo che attinge ad un nuovo livello di dignità, proprio perché si sente spinto alla lotta contro la violenza, le sopraffazioni e le mistificazioni. L’acqua assume il significato del simbolo vitale, del diritto naturale e sacro alla libertà, al quale l’uomo non può rinunciare e non rinuncia.