”Per sempre” è una storia d’amore e di dolore, una confessione, un’autoanalisi spietata.
Una storia scritta in prima persona da Matteo, un ex cardiologo che vive sulla montagna come un selvaggio, coltiva la terra con le sue mani, pianta zucchine, porta le pecore al pascolo e al tramonto le riporta all’ovile. Matteo è figlio di un cieco profugo di guerra e di una ragazza anconetana. Vive in cima a un bosco, ma è molto lontano dalla luce. Nora, la donna amata e perduta, se n’è andata da quindici anni e Matteo non riesce ancora a ritrovare se stesso.
letteratura italiana
Testimone inconsapevole di Gianrico Carofiglio
Viene ucciso barbaramente un bambino di nove anni. Il suo corpo viene ritrovato nel fondo di un pozzo. Dell’omicidio viene accusato un ambulante senegalese, Abdou … Read more
La mia stirpe di Ferdinando Camon
Ne ”La mia stirpe” si racconta dell’immortalità attraverso la specie, della continuità della vita attraverso le generazioni, poiché ognuno di noi rinasce nelle generazioni successive o è l’erede della generazione precedente. Così il protagonista è convinto che lui rinascerà, quando non ci sarà più, nella nipotina che ora tiene in braccio. Così come è convinto i suoi genitori sono rinati in lui. E via di seguito, di generazione in generazione: ogni generazione è la rinascita della generazione precedente. Un’impresa che dà un significato alla vita, ovvero che è la continuità della vita stessa. In sintesi, ognuno di noi sarà in quelli che verranno dopo e dopo ancora, come in ognuno di noi ci sono quelli che ci hanno preceduto, perché la stirpe è garanzia di immortalità
Cuore di Edmondo De Amicis
Enrico, un bimbo torinese di terza elementare, scrive un diario revival di un anno scolastico in cui si sono alternati momenti di gioia e di tristezza. Un viaggio nella vita della scuola in compagnia di personaggi caratteristici che non solo sono rimasti impressi nell’animo del piccolo scrivente, ma hanno commosso lettori di tutte le età, dall’epoca della sua prima pubblicazione ad oggi. Per la semplicità genuina del racconto, per le disavventure dei ragazzi protagonisti, per la sincerità dei sentimenti profusi a piene mani in tutto l’iter del diario.
I ragazzi del massacro di Giorgio Scerbanenco
Un’aula scolastica, uno scenario da incubo: il cadavere di una giovane donna completamente nuda, orrendamente massacrata di botte mentre i suoi abiti sono sparsi dappertutto; e sulla lavagna parolacce e disegni osceni. La vittima è Matilde Crescenzaghi, una signorina della piccola borghesia del Nord Italia, che insegnava nella scuola serale Andrea e Maria Fustagni ”varie materie e anche buona educazione”.
Viaggio all’alba del millennio di Massimo Maugeri
Il romanzo parla del lungo viaggio del mercante Ben-Atar, che da Tangeri, nell’Africa settentrionale, va al Nord Europa, a Parigi, una cittadina ancora sperduta nella Francia Nord-Orientale, dove vive il nipote Abulafia con la moglie Esther-Mina.
Ben-Atar per molti anni ha condiviso con Abulafia una società mercantile. All’improvviso decide di andare dal nipote accompagnato dalle sue due mogli, dal socio israelita e da un rabbino spagnolo. A spingerlo ad un viaggio così pericoloso è un problema teologico, che ostacola il lavoro di Ben-Atar e il suo rapporto con Abulafia, il nipote prediletto che però ricambia questo grande affetto.
”Vedere” di Mattia Zadra
È la storia di Kyle Simmons, un impiegato in piena depressione perché la sua fidanzata si trova in coma per un incidente accaduto un anno prima. Questo influisce negativamente e fortemente sul suo animo, sul suo carattere, sui suoi ritmi quotidiani. Gli sembra che la vita per lui non abbia più significato e anzi sente di non avere alcun motivo per continuare a vivere un’esistenza vuota e piatta. Ma all’improvviso fa uno strano incontro cambia la sua vita.
Odio gli italiani di Michele Ponte
La vicenda si svolge in Africa, in una località non ben precisata.
Protagonista Alessia, una ragazza di origini italiane molto infelice in quella terra, l’Africa, dove gli italiani che ci sono comandano e sfruttano i loro stessi connazionali. Anche sua madre, un’insegnante, e suo padre, che è un dottore, operano al servizio di questi italiani sfruttatori. E perciò lei li odia.
Alessia ha un’amica che è anche la sua migliore amica, Monique, forse più sfortunata di lei, perché costretta a prostituirsi per vivere e far vivere anche suo fratello, Nnambi, che a sua volta è obbligato a stare nei campi di lavoro. Un inferno, dal quale Alessia vorrebbe salvarli. Ma come?
Non chiedere perché di Franco Di Mare
Siamo a Sarajevo, al tempo della guerra fratricida nella ex Jugoslavia, nell’estate del 1992.
Tempi difficili: i cecchini sono appostati dietro ogni persiana, le granate distruggono quartieri interi, c’è chi muore anche per molto poco. Il giornalista Marco De Luca, ancora in grande sofferenza per il fallimento del suo matrimonio, è l’unico fra i suoi colleghi ad accettare, in piena guerra, l’incarico di inviato per la televisione italiana, pur consapevole dei rischi cui va incontro. Poiché non si può raccontare nel tempo concesso dal Tg una situazione complessa come quella dei Balcani, Marco va direttamente sul posto per realizzare i suoi servizi.
Un filo d’olio di Simonetta Agnello Hornby
Lo scenario è quello della casa di campagna, in Sicilia, dove Simonetta Agnello ha trascorso le estati della sua infanzia e della sua giovinezza.
Il luogo si chiama Mosè, nome biblico che deriva dal primo proprietario dell’antica masseria, sopravvissuta alla guerra, che da maggio a ottobre accoglie la famiglia Agnello. Il racconto è una sequenza di emozioni, di ricordi indimenticabili, di personaggi importanti e meno importanti nella vita di Simonetta, ma che hanno lasciato nel suo cuore e nella sua mente una traccia indelebile.